La dittatura del politicamente corretto

Non sappiamo come finirà la storia dei ricorsi avviati da Donald Trump per i brogli delle schede, che i Tribunali degli Stati prima e la Corte Suprema poi, dovranno accertare; quello che sappiamo però è che nel mondo, sin dall’inizio, contro Trump si è scatenata la vergogna e la dittatura del politicamente corretto, un’altra delle tecniche sottili che la sinistra utilizza ovunque per criminalizzare il libero pensiero non allineato.

Quella del politicamente corretto è una maniera per spingere chiunque ad aver timore di esprimere un giudizio, una opinione diversa, oppure più semplicemente a confermare molto di quello che pure è stabilito dalla natura; basterebbe pensare alla famiglia naturale tra un uomo e una donna. Oltretutto, proprio sul concetto di famiglia nella sinistra si evince la più eclatante delle ipocrisie, perché se da una parte si è martellato il cervello della gente sulla discriminazione femminile, sulle quote rosa, sulla giusta e fondamentale importanza della donna, sulla famiglia per la sinistra non è così. Non è così perché se ci si azzarda a dire che la famiglia naturale si basi sulla indispensabilità di un uomo e di una donna in modo ovviamente paritetico, in questo caso la donna passa in secondo piano, perché non si ritiene che sia centrale; insomma, nella famiglia si può anche fare a meno della donna perché non è detto che serva.

Ma quello che è insopportabile non è certo il fatto che il libero intelletto possa “pensare” appunto di considerare come famiglia unica e naturale quella tra un uomo e una donna, ma che non si possa dire, guai insomma, perché al solo annuncio da sinistra scatta l’inquisizione per manifesta discriminazione.

Sia chiaro, è solo uno degli infiniti esempi del politicamente corretto che va adottato, pena il patibolo mediatico e l’accusa di reato, perché la dittatura di questo paradigma oramai si è estesa a tutto, dalle parole pronunciate, alle scelte preferite, alle soluzioni indicate, ai giudizi espressi, insomma il politicamente corretto è diventato una sorta di porta dell’inferno, se si supera e non rispetta si finisce bruciati.

Si tratta di una specie di legge universale mai scritta, con appiccicata una sanzione a vita che negli anni la sinistra è riuscita ad imporre nel silenzio generale, vale per le posizioni sull’immigrazione, sulla difesa dei confini, sulle diversità che sono naturali, sulle scelte economiche politiche e sociali, perfino sulla fede per chi ci crede. Nel tempo è diventato vietato l’uso di parole e di aggettivazioni che nulla c’entrano con le discriminazioni, perché fanno parte di secoli e di tradizioni lessicali piuttosto che minimamente di discriminazioni, pensate per esempio alla parola zingaro, come se in Francia l’uso di gitanes diventasse all’improvviso un giudizio di classificazione negativa, eppure in Francia non ci pensano nemmeno. Anzi, addirittura nella Gallia presa dai romani c’è una meravigliosa regione, la Camargue, che è patrimonio dell’umanità, dedicata a loro, ai gitani, dove ogni anno alla fine di maggio da tutto il mondo arrivano per celebrare in una basilica stupenda la santa protettrice, Saintes-Maries-de-la-Mer, un’occasione meravigliosa e universale che tutti dovrebbero vedere per l’unicità spettacolare di vicinanza e fede.

Eppure da noi il termine zingaro è stato bandito dal politicamente corretto di sinistra, dai radical chic, perché ritenuto un offesa, quando pure esistono a Roma strade vicoli e piazze dello Zingaro e addirittura al Festival di Sanremo, che è l’emblema della cultura canora e musicale nazionale, Iva Zanicchi e Bobby Solo vinsero l’edizione del 1969.

E potremmo andare avanti con parole tipo handicap, andicappato italianizzato, o razza che pure è citata nella Costituzione, insomma una quantità di pronunciamenti che a usarli si passa quasi da delinquenti, è il politicamente corretto insomma che regna per essere considerati una persona degna, un nuovo codice morale e comportamentale imposto da sinistra insomma.

E allora, direte voi, che c’entra Trump? C’entra eccome, perché contro di lui da tutto il mondo sono piovute da sinistra e dall’inizio una infinità di accuse proprio perché il soggetto ha sempre usato un linguaggio e un atteggiamento non allineato, così come non è stata allineata la sua politica di guida degli states a partire dall’America First.

La sinistra è stata così brava da coniare neologismi per renderli deteriori, indicatori di discriminazioni e disvalori, perché gli eredi del Lenin pensiero, Stalin pensiero, Togliatti pensiero, la morale giusta e consentita la stabiliscono loro, come stabiliscono il pensiero che deve essere unico, per questo è uscito fuori che il sovranismo e il populismo siano disvalori contrari al politicamente corretto stabilito.

Ma il paradosso vuole che proprio i comunisti che del popolo hanno fatto la bandiera e della sovranità politica spietata una religione incontrastata, vengano ora a farci la lezione sulla democrazia, sulla difesa legittima delle istanze popolari, sulla prevalenza delle esigenze civili economiche e sociali dei singoli stati nazionali. Proprio loro che della democrazia hanno fatto strame, che sono stati i principi delle peggiori persecuzioni razziali, religiose, politiche, economiche e sociali, vengono a dirci con una faccia svergognata quale debba essere il dettato liberale, il linguaggio libertario, il rispetto politico del pensiero collettivo immaginario.

E allora dopo Trump, vedremo come quel cattolico fervente di Biden si porrà di fronte al concetto di famiglia, agli scandali morali del vaticano, all’attacco integralista islamico dell’occidente, al mancato rispetto della Cina del lavoro dei minori, dei dissenti, delle regole civili economiche sociali, delle libertà costituzionali, dell’enciclica papale sulla violabilità della proprietà privata, della libertà popolare negata da Maduro, Castro, Kim Jong-un, della difesa di Israele, della tutela di chi conserva una visione diversa della vita e del convivere civile.

Vedremo come Biden si coordinerà con l’acclamata Kamala leader della sinistra radicale, con Hillary Clinton leader dei guerrafondai, con le ricchezze accumulate da Bill Gates, George Soros, Jeff Bezos che dall’alto di patrimoni smisurati parlano politicamente corretto di poveri e di emarginati mentre strizzano l’occhietto alla Cina comunista e despota delle libertà, per farci affari e sottomettere il mondo al nuovo ordine.

Ebbene, noi che siamo politicamente molto scorretti, speriamo che ci sia un giudice a Berlino, che Trump possa restare oppure che Biden non riesca a durare, speriamo ancora che il libero pensiero pluralista civile, democratico e naturale, di ogni colore e fede possa continuare senza censure e obblighi di abiure prestabilite dal politicamente corretto di sinistra, ipocrita, totalitario, antidemocratico e inetto.

Aggiornato il 10 novembre 2020 alle ore 10:44